Per incontrare il cuore verde della Basilicata, arrivate fin qui. Guidate da Potenza sulla Via Appia verso Tricarico, in uno dei suoi tratti più entusiasmanti, tutto curve e tornanti dal fondo perfetto, su un tracciato ormai surclassato dalla veloce – e noiosa! – Basentana di fondovalle. Prendetevi poi il tempo per guardarvi intorno e per fare una passeggiata nei borghi, affascinanti quanto antichi, per ricordarsi volti, cose e case che sembrano uscire da una seducente pagina della letteratura del primo Novecento.

Così è Vaglio della Basilicata dove il Museo delle Antiche Genti di Lucania afferma tradizioni mai scomparse. Così è Tricarico, poco oltre l’anello suggerito, città arabo-normanna dove le botteghe sono, oltre che un bazar zeppo di mercanzia di ogni genere, il luogo di incontro delle signore del paese, con gli uomini seduti in piazza di fronte a Palazzo Ducale che non aspettano altro che scambiare due parole con gli “stranieri col casco”.
Alla svolta verso Castelmezzano ci si tuffa nel cuore verde. Si chiama Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. 30mila ettari che si estendono dai 200 metri del letto del Basento ai 1319 metri del Monte Impiso e del Bosco di Montepiano, straordinario habitat in cui convivono enormi cerri, lecci e macchia mediterranea e dove si cerca di passare senza disturbare i cavalli che vivono allo stato brado. Ecco la vera sorpresa: quasi improvvisamente, salendo verso Castelmezzano, dal verde sbuca la pietra arenaria delle Dolomiti Lucane. Guglie e camini, ma anche formazioni bizzarre dai nomi tanto fantasiosi come il Becco della Civetta, la prima, impressionante, formazione che si incontra; fantastico la sera quando viene lluminato da un potente faro. Sotto le guglie, le case di Castelmezzano spiccano per le facciate colorate. Il borgo di Pietrapertosa proprio di fronte, quasi si confonde con la roccia e le abitazioni che sembrano il prolungamento naturale delle pietre su cui poggiano.

Alternativa off road
Da questi due borghi partono altrettante strade che si perdono nel verde; due tracciati che si fatica a individuare sulle carte, ma che, avendo ore di luce a disposizione e un po’ di dimestichezza con lo sterrato, vale la pena di percorrere, assecondando per una volta quel sano senso di avventura. In cambio di cosa? Di uno sguardo sul paesaggio da una posizione privilegiata e dalla sensazione di aver vissuto un’esperienza straordinaria.
La guida verso Accettura avviene tra i fitti boschi e le ampie radure della Timpa di Castello, che scoprono un panorama grandioso. Dal bivio, ci sono 20 km (che sembrano 50), ma che vien voglia di ripercorrere in direzione opposta, subito, per osservare il paesaggio da una nuova prospettiva.
Ci si abbassa di poco dai 1000 metri; quei minuscoli centri che si tengono d’occhio per non perdere l’orientamento sono solo puntini sulla carta stradale, così vicini in linea d’aria, ma uniti da una giostra di curve che non si distendono mai. Ad arrestare la corsa, ancora qualche sosta nei paesi: a Stigliano, per due passi accanto ai resti delle mura e alla Chiesa Madre; a Cirigliano per ammirare il castello e i palazzi storici, costruiti con pietra locale, e a Corleto Perticara, per scovare le numerose sorgenti. Ovunque nei dintorni per ascoltare storie e leggende di brigantaggio, nemmeno tanto inventate o remote. Chiudete, infine, lungo la mitica statale 92, tortuosa fino a Laurenzana, che si allunga in un misto veloce a superare il Passo Croce di Scrivano.
Tappe: Vaglio della Basilicata, Campomaggiore, Castelmezzano, Pietrapertosa, Accettura, Stigliano, Cirigliano, Gorgoglione, Guardia Perticara, Corleto, Laurenzana, Anzi.