Quando nel 79 dopo Cristo, il Vesuvio eruttò i cittadini di Pompei furono investiti da un’onda di calore di 500 gradi. I loro corpi furono coperti da cenere e lapilli, mentre lavoravano,giocavano, fuggivano. Dopo 2000 anni e con l’aiuto della tecnologia nel campo medico, oggi è possibile ricavare tantissime informazioni, dai calchi ricavati nelle “impronte”, lasciate sotto la cenere da quelle vittime.
Sono le prime rivelazioni della Tac (Tomografia assiale computerizzata multi strato) eseguita su una trentina di calchi , alla quale sta lavorando una equipe di studiosi incaricati dalla Soprintendenza archeologica di Pompei. Il progetto coinvolge archeologi, antropologi, radiologi, odontoiatri, e ingegneri per i rilievi scanner-laser. Lo scopo è di risalire alle abitudini di vita, all’occupazione, al ceto sociale del’ ‘uomo nascosto nel calco’ (e ha già rivelato, ad esempio, il danno subito dalle ossa dovuto all’eccessiva presenza di fluoro nelle falde acquifere vesuviane).
Anche se duemila anni fa non c’erano dentifrici possiamo affermare, grazie alla tac, che i pompeiani avevano un cavo orale da pubblicità televisiva. Denti perfetti grazie a un’alimentazione sana, con pochi zuccheri. Unico difetto alcune zone particolarmente consumate dall’uso improprio di tagliare o spezzare oggetti con la forza delle mandibole. I denti sono stati da sempre un elemento fondamentale per identificare le persone.
Nella storia della medicina legale i riconoscimenti grazie ad essi sono stati notevoli. Un esempio per tutti: le protesi e gli intarsi evidenti sulla radiografia del cranio consentirono il riconoscimento del corpo carbonizzato di Hitler. E questo perché le strutture dentali costituiscono la parte più resistente dell’organismo umano. I segreti dell’umanità, se si vuole, sono custoditi dunque nella bocca. I risultati di questo lavoro forniranno importanti informazioni sull’antica civiltà.